201701.12
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Cyberspionaggio fratelli Occhionero

Questo caso di cyberspionaggio “mette in evidenza clamorose falle di controllo da parte di soggetti al momento conosciuti parzialmente di personalità  della vita pubblica per finalità  che al momento possiamo solo immaginare. E dimostra quanto sia in ritardo il sistema di sicurezza cibernetica nel nostro Paese”. L’avvertimento è del Garante per la privacy Antonello Soro.

Si parla di presidi informatici continuamente violati. Il Garante riporta in aumento gli attacchi informatici del 30% circa, evidenziando come, a fronte di questi incrementi e violazioni, i dati siano in serio pericolo e quanto urgente sia che in questo le tutele vengano rafforzate. I cambiamenti che hanno investito le realtà digitali hanno mutato l’oggetto del reato di furto, che, se in passato si configurava rispetto ai beni, oggi si riferisce alle informazioni e ai dati. E, come lo stesso Garante Soro afferma, “i dati sono le nostre persone e quindi siamo a rischio noi cittadini e sono a rischio le infrastrutture dello Stato”.

I fratelli Giulio e Maria Francesca Occhionero accusati del cyberspionaggio, nel corso dell’interrogatorio di garanzia a Regina Coeli  affermano: “Non abbiamo mai rubato dati nè svolto attività di spionaggio. Gli indirizzi mail sono pubblici e alla portata di tutti. Non vi è alcuna prova di sottrazione di dati da parte nostra”. Ed ancora. “Chi dice che la vittima non sia io?” argomenta l’ingegnere sotto accusa:” i 18 mila nickname nel mio pc chi mi dice che non me li abbiate messi voi con un malware, violando la mia privacy? (…) Non ho mai voluto spiare nessuno, le informazioni mi servivano per la mia attività di consulente finanziario in Borsa. Mi occupo di derivati e le informazioni mi servivano per le mie ricerche.”